Palazzo Crocco è un posto magnifico dove potrete ritovare la vostra serenità e libertà d'animo. Le volte di pietra viva, su cui poggia tutta la struttura, formano archi splendidi. Travi a vista, si inseguono da una camera all'altra creando un'atmosfera magica e piena di fascino.
Sono aperte, per gli ospiti, le sale di lettura delle librerie, di cui una per gli appassionati di libri antichi con i testi di Orazio, Cicerone, Seneca, Tito Livio. Si possono, inoltre, ammirare le capriate del '600, appena restaurate e sostare sul terrazzo godendo il panorama dall'alto.

Palazzo Crocco è l'unica realtà sul territorio pensata come ospitalità in un edificio storico. L'idea ricettiva non è quella dell'albergo standard bensì quella ospitalità tipica di un soggiorno nelle antiche dimore gentilizie. Archi maestosi,"bottai antichi",portali e scale in pietra, pozzi altissimi, stanze concatenate tra loro (com'era nel concetto della casa nobiliare) affreschi, travi a vista, "vele" architettoniche,come nella camera,scoperta da poco. Una vacanza romantica,allora, di charme, in un palazzo, da poco restaurato che ha visto riportato all'antico splendore anche le "capriate" del '600! Nel corso dei secoli, c'è stata la presenza di grandi personaggi che hanno trascorso qui giorni di vacanza. Il genio insigne dell'aerodinamica Arturo Crocco, inventore del "flessigrafo Crocco", ad esempio. ...E ancora: Una lunga storia ricalca i suoi anni: quella dei "Briganti". Furono, purtroppo tra le sue mura, due volte! Fecero razzie, saccheggiarono,, rubarono, Zia Giovanna Crocco, memoria storica, raccontava (una volta la storia era la voce degli avi che si tramandava!) che questi pretendevano ducati e ducati, tanti da riempire grandi contenitori di olive (i famosi mezzetti.) Si racconta che un tesoro è qui, nascosto tra queste mura, sotto le pietre, dentro un incavo. Non l'abbiamo ancora trovato ma ci resta la curiosità. Chissa!

Il palazzo Crocco conserva il carattere severo delle case gentilizie che caratterizzavano i nostri piccoli centri abitati cilentani e legate alle dinamiche dell'economia locale. Sono di notevole interesse i portali in pietra a conci bugnati (su di uno vi è lo stemma di famiglia e sull'altro la data 1778), uno prospettante su largo Crocco ed è l'ingresso principale, l'altro, di pari pregevolezza, è all'interno sulla piccola, ma significativa, chiostra centrale. Le camere si susseguono, una dopo l'altra, con alti soffitti, attraversati da travi di legno plurisecolari, oggi restaurate. Le porte sono pregiate, i balconi con ringhiera in ferro battuto dominano la valle verdeggiante. Sulle scale di pietra possiamo ammirare una edicola con "La Pietà" della Scuola di Salvator Rosa. Spicca per bellezza dello spazio, ritmato da capriate e capriatelle, il vano sottotetto, di recente restauro, avvenuto con grande attenzione per la conservazione dei tanti elementi di pregio. Lo spazio sottotetto, ricco di fascino, è stato destinato dalle proprietarie a ospitare mostre legate alla cultura locale, oltre che spazio di contemplazione per le persone che vorranno e sapranno fermarsi e recuperare un profondo senso di pace interiore. Uno scalone in legno restaurato unisce il piano nobile al piano sottotetto, riproponendo gli elementi formali, quali puntoni e saette, tracciando un filo di continuità degli elementi in legno.

La famiglia concorse, con una ingente somma, all'edificazione della Chiesa Parrocchiale di San Marco Evangelista. Qui aveva la cappella di famiglia, con diritto di sepoltura, l'insegna araldica e la tela settecentesca raffigurante la Madonna del Carmine posta sull'altare. Nel XVIII secolo, fu donato l'organo a canne, splendido esemplare della scuola napoletana, intestato a Lucrezio Crocco.

La famiglia Crocco è proprietaria del Palazzo da secoli e si compone di diversi rami, tra i quali uno ligure. Conta tra i suoi membri personaggi illustri, come Gaetano Arturo Crocco (1877-1968) scienziato e pioniere dell'aeronautica, accademico d'Italia e dei Lincei, Antonio Crocco (1800-1884) magistrato e letterato, Augusto Crocco, giornalista e scrittore, che portò alla luce le lettere del Principe di San Severo su alcune scoperte chimiche.

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