Torchiara

La medioevale Turris clara, con le due frazioni di Copersito e Sant’Antuono, occupa una felice posizione geografica, e si presenta come un ricco centro agricolo e commerciale, con sviluppate attività del terziario. Il nome compare per la prima volta in un documento del 1058, ma la prima vera attestazione risulta da uno strumento del 1100, in cui il vescovo di Capaccio e l’Abate di Cava, dovendo stabilire i confini di alcune terre, menzionavano proprio una “serra quae dicitur Torclara”. Il toponimo, di derivazione latina, significa “l’illustre tra le torri”, molto probabilmente perché svolgeva una funzione di controllo sulla via che conduceva al Cilento. Per molti anni i signori di Torchiara furono i Sanseverino, le cui alterne vicende influenzarono anche la vita degli abitanti del piccolo paese, fino poi ad arrivare al XVIII sec., quando subentrarono i baroni De Conciliis, i quali amministrarono il paese mediante quattro persone “Elette”, di diversa estrazione sociale (galantuomini, artisti, agricoltori e braccianti).

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

La medioevale Turris clara, con le due frazioni di Copersito e Sant’Antuono, occupa una felice posizione geografica, e si presenta come un ricco centro agricolo e commerciale, con sviluppate attività del terziario. Il nome compare per la prima volta in un documento del 1058, ma la prima vera attestazione risulta da uno strumento del 1100, in cui il vescovo di Capaccio e l’Abate di Cava, dovendo stabilire i confini di alcune terre, menzionavano proprio una “serra quae dicitur Torclara”. Il toponimo, di derivazione latina, significa “l’illustre tra le torri”, molto probabilmente perché svolgeva una funzione di controllo sulla via che conduceva al Cilento. Per molti anni i signori di Torchiara furono i Sanseverino, le cui alterne vicende influenzarono anche la vita degli abitanti del piccolo paese, fino poi ad arrivare al XVIII sec., quando subentrarono i baroni De Conciliis, i quali amministrarono il paese mediante quattro persone “Elette”, di diversa estrazione sociale (galantuomini, artisti, agricoltori e braccianti).

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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