Sant Angelo a Fasanella

Sant’Angelo a Fasanella ha origini medioevali. Il nome Fasanella, invece, deriva da “Phasis”, antica città greca e nome di un fiume al confine tra l’Asia minore e la Colchide.
Nel 1246 il borgo fu distrutto da Federico II di Svevia che, per vendetta, devastò tutti i territori dei partecipanti alla congiura di Capaccio, tra cui fautori vi erano i fratelli Pandolfo e Riccardo Fasanella. Il nuovo nucleo si insediò, poi, in una posizione meglio difendibile e non soggetta alle piene del fiume, ma soprattutto, in un luogo idoneo ad un più rapido collegamento con i vicini centri, dove forte iniziava ad essere il richiamo della grotta dedicata all’Arcangelo Michele, dove era assorta e si andava ampliando la badia. Sotto Carlo D’Angiò, la Baronia di Fasanella fu restituita a Pandolfo; fu poi dei Sanseverino sino all’inizio dell’500, poi dei Caracciolo e, nel XVII secolo, dei Capece-Galeota.
Sant’ Angelo, oggi, è una straordinaria oasi di verde, caratterizzato dall’aria salubre dei suoi numerosi boschi di faggio, come quello di “Terra Forte”, “Vallone dei lupi “e quello di “Coste della Pinna”.
Uno spettacolo affascinante è offerto dalla “Cascata Auso”, la cui acqua sbarrata e convogliata, in tempi remoti, per il funzionamento di un mulino, compie un salto di circa otto metri, fragoroso e spumeggiante.

Sant’Angelo a Fasanella ha origini medioevali. Il nome Fasanella, invece, deriva da “Phasis”, antica città greca e nome di un fiume al confine tra l’Asia minore e la Colchide.
Nel 1246 il borgo fu distrutto da Federico II di Svevia che, per vendetta, devastò tutti i territori dei partecipanti alla congiura di Capaccio, tra cui fautori vi erano i fratelli Pandolfo e Riccardo Fasanella. Il nuovo nucleo si insediò, poi, in una posizione meglio difendibile e non soggetta alle piene del fiume, ma soprattutto, in un luogo idoneo ad un più rapido collegamento con i vicini centri, dove forte iniziava ad essere il richiamo della grotta dedicata all’Arcangelo Michele, dove era assorta e si andava ampliando la badia. Sotto Carlo D’Angiò, la Baronia di Fasanella fu restituita a Pandolfo; fu poi dei Sanseverino sino all’inizio dell’500, poi dei Caracciolo e, nel XVII secolo, dei Capece-Galeota.
Sant’ Angelo, oggi, è una straordinaria oasi di verde, caratterizzato dall’aria salubre dei suoi numerosi boschi di faggio, come quello di “Terra Forte”, “Vallone dei lupi “e quello di “Coste della Pinna”.
Uno spettacolo affascinante è offerto dalla “Cascata Auso”, la cui acqua sbarrata e convogliata, in tempi remoti, per il funzionamento di un mulino, compie un salto di circa otto metri, fragoroso e spumeggiante.

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