Castelcivita, Salerno, Campania
Per tre secoli nel Convento di Santa Gertrude, dal 1605 al 1903, vissero vita claustrale le religiose aderenti all’Ordine di Santa Chiara. Dal 1903 fino agli anni ‘70 ha ospitato le suore appartenenti all’ordine benedettino di Santa Gertrude. Fu sede in seguito della scuola dell’obbligo per circa quarant’anni fino a quando, nel 1990, fu dichiarato inagibile. L’imponente edificio, oltre ad essere la testimonianza della vita quotidiana nella Terra di Castelluccia, oggi Castelcivita, dei bisogni e dei sentimenti religiosi di un popolo, documenta l’architettura e l’arte della civiltà degli Alburni dal XVI al XIX secolo.
Di notevole rilievo è il grande dipinto presente nella navata della Chiesa raffigurante la Deposizione, opera di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, uno dei più noti artisti del Seicento lucano. Il Monastero domina l’intera vallata attraversata dal fiume Calore e si distingue per i suoi caratteri di austerità e semplicità.
Per tre secoli nel Convento di Santa Gertrude, dal 1605 al 1903, vissero vita claustrale le religiose aderenti all’Ordine di Santa Chiara. Dal 1903 fino agli anni ‘70 ha ospitato le suore appartenenti all’ordine benedettino di Santa Gertrude. Fu sede in seguito della scuola dell’obbligo per circa quarant’anni fino a quando, nel 1990, fu dichiarato inagibile. L’imponente edificio, oltre ad essere la testimonianza della vita quotidiana nella Terra di Castelluccia, oggi Castelcivita, dei bisogni e dei sentimenti religiosi di un popolo, documenta l’architettura e l’arte della civiltà degli Alburni dal XVI al XIX secolo.
Di notevole rilievo è il grande dipinto presente nella navata della Chiesa raffigurante la Deposizione, opera di Giovanni De Gregorio detto il Pietrafesa, uno dei più noti artisti del Seicento lucano. Il Monastero domina l’intera vallata attraversata dal fiume Calore e si distingue per i suoi caratteri di austerità e semplicità.